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Camera_delVecchio

 

ANIOS, interpreti lis: "Finalmente l'Italia rispetta la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Ora a lavoro per dare pari diritti e dignità alle persone sorde segnanti"

Ha avuto il via libera anche alla Camera l'articolo 34 ter nel Decreto Sostegni attraverso cui «la Repubblica riconosce, promuove e tutela la Lingua dei Segni Italiana (LIS) e la Lingua dei Segni Italiana Tattile (LIST)». L’emendamento inoltre riconosce le figure dell'interprete LIS e dell'interprete LIST quali professionisti specializzati nella traduzione e interpretazione rispettivamente della LIS e della LIST.

Francesca Malaspina, presidente nazionale di Anios, associazione degli interpreti di lingua dei segni italiana, commenta: "Siamo a una svolta. Le nostre battaglie hanno finalmente avuto un riscontro istituzionale. Ora è necessario lavorare di concerto affinchè la formazione degli interpreti LIS sia elevata a livello accademico. Sarebbe auspicabile dare piena attuazione alla Risoluzione del Parlamento europeo del 23 novembre 2016 in particolare in riferimento alla sezione Interpreti di lingua dei segni professionisti e qualificati relativamente alla creazione di un registro come sistema di accreditamento ufficiale e di controllo della qualità, di enti super partes che non siano mossi da alcun interesse economico derivante dalla gestione degli interpreti. Serviranno fondi per istituire ricerche sulla lingua dei segni, e affinchè vengano inseriti lettori sordi all'interno delle Università. Le persone sorde meritano, dopo anni di lotte, servizi di qualità e professionisti preparati. Sarà necessario lavorare il ambito sanitario, scolastico, giudiziario, legale e notarile, rivedere l' impianto legislativo.- Conclude Malaspina -Anios, da 35 anni si batte per il riconoscimento della figura professionale dell'interprete. Mettiamo a disposizione tutta la nostra esperienza affichè si realizzino nella maniera più opportuna i prossimi, decisivi passi di questo lungo percorso. Sottolineiamo ancora una volta quanto il processo di emancipazione della figura professionale sia un grande risultato per garantire la qualità dell’accessibilità ai servizi e alla vita politica e sociale delle persone sorde,oltre a rappresentare, in questo momento storico, una garanzia per la comunità sorda segnante, di certezza delle informazioni ricevute e salvaguardia della propria e dell’altrui incolumità".